Away league match played on 15 December 2020.
Kicked off at 8:45 PM

15 dicembre 2020 – Benevento, stadio Ciro Vigorito - Campionato di Serie A, XII giornata - inizio ore 20.45

BENEVENTO: Montipò, Letizia, Tuia (46' Foulon), Glik, Barba, Hetemaj (80' Dabo), Schiattarella, Ionita, R. Insigne (61' Improta), Caprari (80' Di Serio), Lapadula (71' Falque). A disposizione: Manfredini, Lucatelli, Del Pinto, Tello, Viola, Sau, Pastina. Allenatore: F. Inzaghi

LAZIO: Reina, Luiz Felipe (59' Patric), Hoedt, Radu (80' Caicedo), Lazzari, Milinkovic, Escalante (80' A. Pereira), Luis Alberto (80' Cataldi), Marusic, Correa, Immobile. A disposizione: Strakosha, Alia, Armini, Adeagbo, Anderson, Parolo, Czyz, Moro. Allenatore: S. Inzaghi

Arbitro: Sig. Pairetto (Nichelino) - Assistenti Sigg. Costanzo e Galetto - Quarto uomo Sig. Abbatista - V.A.R. Sig. Fabbri - A.V.A.R. Sig. Longo.

Marcatori: 25' Immobile, 45' Schiattarella.

Note: ammonito al 23' Tuia, al 30' Lapadula, al 54' Luiz Felipe, al 90'+3' Patric. Espulso al 90'+2' Schiattarella. Angoli . Recuperi: 0' p.t., 4' s.t.

Spettatori: partita a porte chiuse per emergenza Covid 19.

? La Gazzetta dello Sport titola: "Lazio, Immobile non basta. Il derby Inzaghi finisce pari. Gran gol di Ciro, ma il Benevento fa 1-1 con Schiattarella. Simone frenato da Pippo: 18 punti è la sua peggior partenza".

Continua la "rosea": Il derby di casa Inzaghi finisce in parità, ma solo Pippo può essere felice. Il Benevento ha rimontato, ha gestito bene la ripresa, ha concesso poco ed è anche andato vicino al successo. La Lazio, invece, si è presentata in versione dimessa: scarsa cattiveria al momento dell’ultimo passaggio e del tiro, ritmi bassi, poca lucidità. Stasera il quarto posto potrebbe già essere discretamente lontano e dopo aver conquistato un solo punto nelle sfide con Verona e Benevento, la Lazio deve assolutamente battere il Napoli nel prossimo turno. I 18 punti dopo le prime 12 giornate sono il peggior risultato dal 2015-16 e pongono qualche dubbio sulla bontà del mercato estivo: sarebbe probabilmente servito qualcosa di più, considerando l’impegno in Champions League. Ritmi lenti. Tenere il pallone serve a poco se lo si muove lentamente. Così il 64% di possesso della Lazio ha prodotto appena tre tiri nello specchio: un palo, il gol e una conclusione innocua dalla distanza. Simone può rammaricarsi per la scarsa serata dei suoi giocatori di talento: Correa apatico, Luis Alberto poco concreto, Milinkovic appena sufficiente. Immobile si è inventato un gol pazzesco, ma poi non ha avuto altre occasioni per colpire. Il possesso della Lazio inizialmente ha spaventato gli avversari, ma poi la squadra di Pippo ha trovato coraggio senza perdere equilibrio. Il Benevento era molto corto e cercava di ripartire appoggiandosi sui due trequartisti, bravi sia a cambiare gioco sia ad accentrarsi e creare pericoli. I giallorossi, però, non riuscivano a coprire le linee di passaggio e così spesso la Lazio teneva la palla per parecchio tempo. Due erano le strade battute dalla squadra di Simone per avvicinarsi a Montipò: la costruzione su una fascia con esterno e mezzala impegnate insieme ad attirare gli avversari e conseguente scarico sul lato debole del Benevento; filtrante sulle due punte che giocavano di sponda favorendo gli inserimenti da dietro. Così Luis Alberto ha colpito il palo dopo un movimento di Correa e sempre lo spagnolo ha sprecato una grande chance per raddoppiare dopo la splendida volée di Immobile che aveva sbloccato l’incontro su cross di Milinkovic.

Benevento coraggioso. La prodezza di Immobile pesa quanto la leggerezza di Lapadula che al 6’ non aveva sfruttato da un metro una colossale occasione da azione di corner: una palla così ancora adesso Pippo la butterebbe dentro senza dare al portiere nemmeno la possibilità di abbozzare una parata. Reina, invece, ha potuto allungare la mano e respingere. Il Benevento ha comunque pareggiato prima dell’intervallo con un sinistro al volo di Schiattarella che ha dato un bacino al palo prima di insaccarsi: stessa porta e conclusione simile, anche se dalla parte opposta, a quella con cui Letizia aveva fermato la Juve. Nella ripresa la Lazio è partita piano e così Simone ha cambiato uomini e modulo, passando a una specie di 4-1-3-2 con Cataldi regista e Milinkovic, Correa e Pereira alle spalle di Immobile e Caicedo. Ma la produzione offensiva è stata nulla. La palla scorreva troppo lentamente, senza Acerbi manca il primo costruttore di gioco e ieri anche dalle fasce è arrivato poco. Però non si possono nemmeno sottovalutare i meriti del Benevento, che è stato bravissimo a coprire ogni spazio e a ripartire anche negli ultimi minuti quando con Di Serio e Improta ha spaventato Reina. Pippo sta trovando continuità: la media di un punto a partita per una neopromossa è confortante e piace soprattutto l’atteggiamento coraggioso. Le goleade subite con Inter e Roma e la brutta sconfitta con lo Spezia non hanno spaventato nessuno e i pareggi con Juve e Lazio dimostrano la validità del progetto tattico. A gennaio servirebbe però un attaccante forte. Abbracci. Chiusura doverosa sui fratelli Inzaghi. Pippo e Simone si sono abbracciati prima e dopo la gara. Durante, sono stati un po’ più tranquilli del solito: meno scatti su e giù per l’area tecnica, le urla un paio di toni più basse, le proteste verso l’arbitro appena accennate, le esultanze un filo controllate. Non poteva che essere così.

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