Home league match played on 12 April 2015.
Kicked off at 3:00 PM

Domenica 12 aprile 2015 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Empoli 4-0 Campionato di Serie A - XXX giornata - inizio ore 15.00

LAZIO: Berisha, Cavanda, de Vrij (40' Novaretti), Cana, Lulic, Biglia, Parolo (79' Cataldi), Candreva, Mauri, Felipe Anderson, Klose (60' Ciani). A disposizione: Strakosha, Guerrieri, Braafheid, Pereirinha, Ledesma, Onazi, Ederson, Keita, Perea. Allenatore: Pioli.

EMPOLI: Sepe, Hysaj, Tonelli, Rugani, Mario Rui (66' Laurini), Vecino (55' Signorelli), Valdifiori, Croce (46' Zielinski), Saponara, Maccarone, Pucciarelli. A disposizione: Pugliesi, Bassi, Somma, Barba, Dioussé, Brillante, Tavano, Mchedlize. Allenatore: Sarri - in panchina Calzona per squalifica del tecnico titolare.

Arbitro: Sig. Peruzzo (Schio - VI) - Assistenti Sigg. Preti e Posado - Quarto uomo Sig. Costanzo - Assistenti di porta Sigg. Banti e Roca.

Marcatori: 4' Mauri, 13' Klose, 44' Candreva, 53' Felipe Anderson.

Note: espulso al 58' Novaretti per doppia ammonizione (entrambe per gioco scorretto). Ammoniti Klose, Cana e Cavanda per gioco scorretto. Angoli: 3-7. Recuperi: 3' p.t., 3' s.t.

Spettatori: 50.000 circa con 31.700 paganti e 17.396 abbonati.

La Gazzetta dello Sport titola: "Quattro tenori per un acuto: Empoli distrutto. Pioli manda in gol tutti i suoi big d'attacco davanti a uno stadio strapieno ma sorride solo a metà: de Vrij e Parolo si fanno male".

Continua la "rosea": Che la giornata sia di quelle particolari lo capisce, prima di ogni altro, l'aquila Olimpia. Che prolunga quasi all'infinito il tradizionale volo pre-partita: 6-7 giri di campo invece dei soliti 2 o 3. Un'immagine che più evocativa non si può. Perché poi anche la Lazio di Pioli "vola" dando l'impressione di non volersi fermare più. Altra goleada, altro successo (l'ottavo consecutivo, raggiunte le Lazio di Maestrelli e Delio Rossi, solo quella di Eriksson ha fatto meglio, con 9 successi), ma soprattutto sorpasso sulla Roma riuscito. La giornata perfetta, insomma, per i tifosi biancocelesti. Che non a caso tornano a popolare l'Olimpico come non accadeva da tempo. Sono 50 mila sugli spalti per un bagno d'amore che si aggiunge a quelli (meno contenuti nei numeri ma più clamorosi nella sostanza) che hanno preceduto e seguito il match di Coppa Italia col Napoli (la stazione Termini e Formello in piena notte le insolite location). Ma questa Lazio tanto affetto lo merita fino in fondo. Per quello che sta facendo e per come lo sta facendo. La banda di Pioli è ormai come una macchina tedesca: elegante, affidabile, confortevole, che non tradisce mai. Tedesca come il suo uomo più importante, quel Miro Klose che continua a segnare e stupire. E ad essere il fiore all'occhiello di una formazione che viaggia spedita anche se è costretta a cambiare. Pioli comincia con una difesa che per quattro quinti non è quella titolare. Dopo 40 minuti anche l'unico superstite, de Vrij, si fa male ed esce. Ma che la formazione sia rimaneggiata non se ne accorge nessuno. Anzi, è proprio uno dei rincalzi, Cavanda, a scodellare le palle che dopo appena mezzora chiudono già la pratica Empoli. Del primo assist del laterale belga beneficia Mauri (al nono centro personale), del secondo s'impossessa King Klose. Gol in fotocopia, entrambi di testa, entrambi con una difesa dell'Empoli che quasi sembra fermarsi ad ammirare lo stato di grazia degli avversari.

Sarri (squalificato, in panchina c'è il vice Calzona) lo aveva detto alla vigilia che contro la attuale Lazio sarebbe stata dura. Ma in questi termini non poteva certo prevederlo. Il gol a freddo di Mauri (dopo appena quattro minuti) certo non aiuta la formazione toscana. Così come una classifica da pancia piena per una salvezza virtualmente già conquistata. Ma anche nella giornata peggiore dell'anno l'Empoli merita comunque un piccolo applauso. Per la caparbietà con cui nel finale cerca (senza trovarlo causa un Berisha superlativo) il gol della bandiera. L'uomo in più (espulsione affrettata di Novaretti al 13' s.t.) fa scattare la molla dell'orgoglio. Ma molte altre squadre, sotto di quattro gol e con l'obiettivo di fatto già centrato, avrebbero mollato. Applauso sommesso, però. Perché fino al 4-0 e fin quando c'è parità numerica la partita non c'è. Il problema (per gli avversari) è che la Lazio attraversa uno di quei periodi in cui tutto va per il meglio. Gioca a memoria, Biglia le garantisce sempre una regia di forma e di sostanza. Il trio di trequartisti (Candreva-Mauri-Anderson) con il pivot d'attacco Klose costituiscono un poker avanzato che in questo momento non ha eguali in Italia. Giusto e normale che, dopo le reti di Mauri e Klose, le altre due portino la firma di Candreva (con un missile da 30 metri) e Anderson. Quattro gol che da ieri fanno della Lazio la squadra con l'attacco più prolifico della Serie A. Tutto va alla grande per Pioli. Anzi no. Perché gli infortuni di de Vrij (distorsione a un ginocchio, almeno 10 giorni di stop) e Parolo (frattura di una costola, ne avrà per un mese) allungano una vena di malinconia sulla giornata perfetta.

Il Corriere dello Sport titola: "Lazio show, l'ottava vale il sorpasso. Grande vittoria e obiettivo raggiunto a suon di gol: biancocelesti al secondo posto. Ora la Roma è dietro".

Prosegue il quotidiano sportivo romano: Poker servito da Mauri, Klose, Candreva e Felipe. Nel delirio dell'Olimpico, pieno di bandiere come ai bei tempi, la Lazio dei quattro tenori ha asfaltato l'Empoli e ha piazzato il sorpasso sulla Roma. Era dietro ai giallorossi in classifica da quasi due anni, ma la notizia è un'altra. Pioli ha scavalcato Garcia e ora ha raggiunto il secondo posto. E' lanciatissimo verso la Champions, a meno 12 dalla Juve che affronterà sabato a Torino. Una festa per cinquantamila, un pubblico mai visto all'Olimpico in una partita normale di serie A, tolti i derby e le due finali di Coppa Italia. Ottava vittoria consecutiva, eguagliato il primato di Maestrelli e Rossi, ora il tecnico biancoceleste possiede il miglior attacco del campionato e nel 2015 ha fatto gli stessi punti (31) dei campioni d'Italia. Neppure una squadra organizzata come l'Empoli è riuscita a frenarne la corsa. Irresistibili i campioni della Lazio, un concentrato di classe e cinismo. Hanno messo a nudo una differenza abissale nell'attacco alla porta, trasformando in gol quasi tutte le occasioni, senza rischiare sino a quando Peruzzo non ha rovinato la partita con l'espulsione di Novaretti (secondo giallo inesistente). La Lazio ora gestisce il gioco con una maturità da grandissima squadra, è travolgente in attacco, si difende benissimo. Nella serie fantastica delle otto vittorie consecutive, appena due gol al passivo. Non era semplice mettere sotto l'Empoli tre giorni dopo l'impresa del San Paolo nella semifinale di Coppa Italia con il Napoli. Il risultato non racconta le difficoltà create nei primi trenta minuti e nell'ultima mezz'ora dalla squadra di Sarri, che almeno un gol lo avrebbe meritato. Glielo ha negato Berisha con tre prodezze. Maccarone e Saponara hanno sprecato, Sepe non è stato bravo come il suo collega albanese. E Pioli ha raccolto con l'istinto da killer dei suoi attaccanti, micidiali nel gioco aereo (Mauri e Klose), dalla distanza (Candreva) e nel colpire rubando palla e castigando con Felipe la difesa dell'Empoli, troppo molle e distratta. Tutta la linea arretrata è stata in costante apprensione, non sopportava il cambio di passo dei laziali, vanificando il lavoro dei centrocampisti e il pressing esercitato in avanti da Maccarone e Pucciarelli. L'Empoli ha tirato più della Lazio (12 conclusioni contro 9) e ha chiuso con un possesso palla superiore (52%).

La differenza è stata fatta dai quattro tenori laziali e da una manovra che riesce ad essere efficace in profondità, nell'attacco degli spazi, come chiede Pioli. Gigantesco Biglia in regia, sostenuto da Parolo. Erano solo in due, hanno faticato in mezzo contro quattro giocatori dell'Empoli, si sono imposti alla distanza e hanno sfruttato i recuperi di Candreva, Mauri e Klose tra le linee. Sarri, squalificato, era in tribuna. Ma aveva preparato bene la partita, perché l'unico modo per contenere la Lazio è aggredirla nell'avvio dell'azione. Al primo minuto l'Empoli era già nell'area biancoceleste e Berisha è stato costretto a toccare in angolo il sinistro in diagonale di Valdifiori. La squadra di Pioli è matura: non si scompone, non si spaventa, gioca con tranquillità. E al primo affondo ha trovato il gol. Era il quarto minuto. Tocco in profondità di Felipe, cross tagliato di Cavanda, incornata di Mauri. Splendido l'inserimento del capitano, al nono gol in campionato. Mezz'ora di equilibrio, l'Empoli ha continuato a tenere palla e cercare varchi. Sbatteva sul muro biancoceleste alzato da de Vrij e Cana. La Lazio al trentunesimo ha raddoppiato con un'azione analoga e un altro gol di testa, questa volta di Klose, ancora su cross di Cavanda. Super la prestazione del belga, che sostituiva lo squalificato Basta. Pioli ha perso de Vrij per una distorsione al ginocchio e lo ha sostituito con Novaretti. Sul finire del primo tempo il siluro di Candreva dai 25 metri ha chiuso la partita e ha portato la Lazio all'intervallo con tre gol di vantaggio. All'ottavo della ripresa il quarto gol realizzato da Felipe, innescato da Klose, abilissimo a rubare palla a Tonelli e ripartire in contropiede. Sepe ha respinto il primo tiro del brasiliano, non il secondo: decimo gol in campionato per l'ex talento del Santos. Quattro minuti dopo il rosso a Novaretti inventato da Peruzzo. Mario Rui è rotolato a terra senza essere toccato dall'argentino. Secondo giallo ed espulsione. All'Olimpico era già festa grande, perché da Torino è rimbalzata la notizia del pareggio di Maxi Lopez e si è materializzato il sorpasso. Pioli è stato costretto a inserire Ciani per Klose, poi Cataldi per l'infortunato Parolo. La Lazio in dieci ha sofferto, ma ha congelato il risultato senza subire gol. Merito di Berisha. Tre prodezze su Saponara, Maccarone e una punizione di Valdifiori toccata da Mauri. Altri piccoli segnali di una stagione da sogno.

Il Messaggero titola: "Lazio da sogno: è secondo posto. Demolito l'Empoli, scavalcata la Roma. Ottava vittoria di fila, record eguagliato. Coronata la lunga rincorsa e i tifosi impazziscono di gioia. Sabato la Juve".

Prosegue il quotidiano romano: L'impennata di decibel che, al 16' della ripresa, ha salutato il gol di Maxi Lopez, ha scosso l'Olimpico in un bagno di pura lazialità. Un delirio di sciarpe e bandiere, di urla e cori, uno squarcio hollywoodiano: l'apoteosi. Lo stadio ricolmo di tifosi, come mai in questa stagione, si è sciolto in un applauso lungo e riconoscente nei confronti della squadra che ha completato l'imperiale rincorsa. Il clacson, quello suonato da Vittorio Gassman, nel mitico film del 1962, di Dino Risi, l'aveva azionato Mauri dopo appena 4 minuti cominciando la serie di sorpassi e controsorpassi con i giallorossi. Un segnale forte che dava la dimensione di come la Lazio avesse preso in pugno una partita da voler archiviare in fretta, in attesa degli eventi. Il resto l'ha fatto il Torino nella ripresa, acciuffando il pareggio. La truppa di Pioli ha così scavalcato la Roma al secondo posto, confermando la liceità di talune ambizioni e ipotecando la Champions League. Il sogno si è colorato di biancoceleste in un magico pomeriggio di metà aprile, di quelli che scaldano i cuori e fanno luccicare gli occhi. La commozione rende più viva la gioia, il pianto l'accarezza regalandole un tocco di intima umanità. Alla fine l'Olimpico ha issato il gran pavese per festeggiare una giornata indimenticabile, destinata a lasciare una traccia profonda. La squadra di Pioli è così salita sull'ottovolante, volteggiando ancora più in alto sul campionato, dove la luce brilla intensamente e i colori diventano più accesi e penetranti. Si è trattato di uno show senza fine in cui tutti hanno recitato un ruolo importante, con Klose superstar. Il tedesco ha confermato di essere un calciatore di categoria superiore: una rete, un'altra propiziata, giocate d'autore, scatti, recuperi e uno spirito di sacrificio encomiabile.

La squillante affermazione del sorpasso non è mai stata in discussione, tanto evidente è apparsa la superiorità tecnica e tattica nei confronti di un avversario spaesato e in balìa in ogni settore del campo. L'Empoli delle sorprese, almeno in questa occasione, ha vissuto un primo tempo da incubi, incapace di arginare l'azione dirompente dei biancocelesti. Otto successi consecutivi hanno testimoniato lo stato di grazia che sta vivendo questa formazione dei miracoli, che macina avversari con potenza, freschezza, determinazione: forte nella tecnica e, soprattutto, nella testa. Pioli ha optato per un assetto molto offensivo e la squadra, recitando lo spartito a memoria, ha sempre avuto i necessari equilibri rimanendo compatta, applicata e lucida. L'azzardo è stato pienamente ripagato, tanto che hanno segnato tutti gli attaccanti. La partita della Lazio è risultata una sinfonia, ogni strumento ha suonato a ritmo, con dolcezza e armonia. Il pubblico è uscito dallo stadio sazio di calcio e di spettacolo, inebriato dal risultato di Torino, felice nel vedere il sogno coronato e sicuro della forza di questo gruppo che non ha finito di stupire. Lulic, schierato nel ruolo di esterno basso, ha palesato sicurezza e personalità: è la sua posizione naturale e può risolvere tanti problemi all'allenatore se si convince a giocarci. Sul 4-0, e con l'uomo in meno, i biancocelesti hanno pensato ad amministrare la palla, facendo accademia e Berisha si è meritato stipendio e applausi con qualche bell'intervento che non ha consentito all'Empoli di segnare. Le note stonate sono arrivate dagli infortuni di de Vrij e Parolo e dall'espulsione di Novaretti. Ma, a livello tecnico, si è trattato della classica partita perfetta, che Maxi Lopez ha consegnato agli archivi della memoria. E sabato ci proverà la Juventus a Torino a fermare la trionfale marcia della Lazio.

Tratte dal Corriere dello Sport alcune dichiarazioni post-gara:

Sorrideva Pioli. Allena una Lazio speciale e sapeva che questa poteva essere la svolta. Temeva l'Empoli e la terza partita in una settimana dopo le feste per l'impresa di Napoli. Conterà il secondo posto la sera del 31 maggio. Troppo presto per rilassarsi. "Garcia ha ragione. Questo è un risultato parziale. Siamo soddisfatti per la classifica e la prestazione. L'Empoli ci ha creato difficoltà. Era la terza partita consecutiva, il primo caldo. La squadra ha reagito bene. Dobbiamo guardare alla prossima partita. Siamo arrivati sino a qui ragionando in un certo modo. Le somme si tireranno il 31 maggio". Meriti da dividere. "Ho sempre creduto che se le cose vanno bene tutte le componenti abbiano dei meriti. Restano 24 punti a disposizione. Dico ai miei giocatori: bisogna portare a casa il massimo. E il massimo non lo conosciamo. La finale di Coppa Italia non ci dà la certezza di tornare in Europa. Fosse finito oggi il campionato sarebbe diverso. Dobbiamo mantenere grande concentrazione". Klose è stato ancora decisivo. "E' un campione in tutto. Non era soddisfatto e contento del suo impiego quando lo tenevo fuori e facevo altre scelte. Ha ancora tanto da dare. E' stato importante come esempio, ha dato il 110 per cento ogni giorno. Se hai giocatori intelligenti e di maggiore personalità il lavoro dell'allenatore è semplificato". Vittoria pesantissima. "Era la tappa più importante, era questo il momento di dimostrare maturità, venivano da una settimana particolare dopo Cagliari e Napoli, i tifosi ci hanno festeggiato, una squadra normale poteva cadere nella trappola della deconcentrazione. Il risultato è rotondo, ma abbiamo sofferto, soprattutto all'inizio. Questa vittoria ha un significato importante". Ha protestato per l'espulsione di Novaretti. "Non c'era. Volevo far giocare Keita. Quel rosso non mi ha permesso certi cambi. L'assistente era di fronte all'azione. Un peccato. Abbiamo sofferto nel finale in dieci".

Pioli ha perso Parolo e rischia di perdere de Vrij. "L'unica nota stonata sono gli infortuni. Sono giocatori importanti, anche se abbiamo dimostrato di possedere un gruppo compatto e unito. Gli altri si sono sempre fatti trovare pronti". Ha ringraziato la gente. "Lo stadio era bellissimo. Prendiamo tante energie dai tifosi. E' solo un risultato parziale. Per tornare in Europa bisogna continuare a spingere". La Lazio continua a crescere. "Io credo che abbiamo fatto un percorso. Ora è una squadra diversa rispetto all'inizio del campionato. Siamo cresciuti tanto, siamo consapevoli degli errori. E' un momento positivo, non ci dobbiamo dimenticare che la classifica è corta. Ci sono dei confronti diretti a fine campionato". Si sforza di ripetere i soliti concetti. "Vivo il momento con soddisfazione e con molto equilibrio. Dobbiamo portare a casa qualcosa da questa stagione. Non abbiamo ancora raggiunto nulla. Abbiamo fatto tanto per arrivare, ora non si deve mollare la presa". Il ko della Juve con il Parma lo ha interpretato con diffidenza. "Mi preoccupa. La Juve sbaglia partita ogni due o tre anni. Troveremo una squadra determinata. E' quella che ci ha messo più in difficoltà in tutto il campionato. Siamo cresciuti. Dobbiamo mettere in campo la miglior prestazione". Pioli ha voluto ringraziare anche chi scende meno in campo. "Ho 29 bravi giocatori. Questo è un lavoro di tutto il gruppo. Chi gioca meno ci permette di allenarci con intensità e con ritmo. Il fatto che stiano bene insieme e non scappano via a fine allenamento è un bel segnale. C'è unione, sintonia. Stiamo molto bene a Formello". Ora la Lazio sa aspettare. E difende meglio. "Abbiamo tante qualità. Serve compattezza nella fase di non possesso palla. Se non subiamo gol, abbiamo grandi possibilità di vincere. Stiamo stringendo i denti, lo facciamo perché sappiamo di avere la giocata vincente". La Lazio ora conduce la danza. "Pensiamo ad una partita alla volta, il nostro futuro può dipendere da noi".

Possibile che in un 4-0 il portiere della squadra che vince si tra i migliori in campo? Evidentemente sì. Perché Etrit Berisha, dopo aver dato una continua sensazione di affidabilità, si è letteralmente scatenato nel finale della partita con l'Empoli, mettendo insieme almeno tre interventi decisivi. In attesa del rientro di Marchetti ("è dura stare a guardare..." ha commentato via web), l'albanese ha sfoderato un'altra ottima prestazione dopo quella di Coppa Italia a Napoli: "E probabilmente – racconta il portiere – la migliore parata l'ho fatta al San Paolo su Hamsik, anche se l'arbitro non se ne è accorto e non ha dato l'angolo. Meglio così... A Napoli poi mi ha dato un mano Lulic con quel recupero sulla linea che vale la vittoria di una finale! Ora pensiamo alla Juve, vogliamo giocarcela e provare a fare risultato come facciamo sempre". Berisha poi pensa al preparatore Grigioni: "Lui ci fa allenare tantissimo, un lavoro intenso che poi ci serve per fare bene in partita. La mia tranquillità? Quella ce l'ho da sempre, ci sono cresciuto fin da bambino. Se sbaglio o faccio bene cerco sempre di restare calmo e concentrato perché tanto le partite durano novanta minuti. Sono felice di aiutare i compagni a ottenere questi risultati. Adesso ci godiamo il secondo posto che era la cosa più importante in una giornata così". Berisha, per via dell'alternanza, potrebbe giocare da titolare la finale di Coppa Italia: "Se Pioli mi dà fiducia io cerco sempre di ripagarlo in campo. Con il tecnico ho un buon rapporto, parlo spesso con lui e con Marchetti che è più esperto di me". Al termine della sfida vinta con l'Empoli diversi biancocelesti hanno voluto manifestare il proprio entusiasmo tramite i social neetwork di riferimento. Danilo Cataldi, per esempio, ha ringraziato lo splendido pubblico dell'Olimpico: "Questa la nostra vittoria più bella, aver riportato la gente allo stadio! Dai bambini alle mamme fino agli anziani... Una squadra speciale! Grazie ragazzi!". Cavanda, invece, ha voluto festeggiare la sua bella prestazione: "Grande match, due assist e 4-0! È stato un piacere, che grande squadra!". Anche Ederson ha scritto del magnifico pomeriggio: "Bellissima atmosfera, bellissima vittoria. Complimenti a tutta la squadra".

Infine il presidente biancoceleste, Claudio Lotito, ha diramato il suo personale comunicato: "Faccio le congratulazioni alla squadra e allo staff tecnico per la prestazione svolta. Il gruppo ha dimostrato il suo valore, ancora una volta, di fronte a un pubblico insuperabile. Vedere la Tribuna Tevere e la curva Maestrelli stracolme, oltre all'instancabile curva Nord insieme alla Tribuna Monte Mario è stata un'emozione indescrivibile. Abbiamo conquistato meritatamente il secondo posto, è stata una giornata storica".

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