Home league match played on 02 February 2020.
Kicked off at 3:00 PM

2 febbraio 2020 – Roma, stadio Olimpico - Campionato di Serie A, XXII giornata - inizio ore 15.00

LAZIO: Strakosha, Bastos, Acerbi, Radu (72' Vavro), Lazzari, Milinkovic, Leiva, Luis Alberto, Lulic (61' Jony), Caicedo (48' Adekanye), Immobile. A disposizione: Proto, Guerrieri, Jorge Silva, Marusic, Parolo, Minala, D. Anderson, A. Anderson, Lukaku. Allenatore: S. Inzaghi.

SPAL: Berisha, Bonifazi, Felipe (67' Zukanovic), Tomovic, Strefezza, Castro (75' Valdifiori), Missiroli, Dabo (70' Murgia), Reca, Floccari, Di Francesco. A disposizione: Letica, Thiam, Vicari, Tunjov. Allenatore: Semplici.

Arbitro: Sig. Giua (Olbia - SS) - Assistenti Sigg. Santoro e Villa - Quarto uomo Sig. Volpi - V.A.R. Sig. Guida - A.V.A.R. Sig. Fiorito.

Marcatori: 3' Immobile, 16' Caicedo, 29' Immobile, 38' Caicedo, 58' Adekanye, 65' Missiroli.

Note: ammonito al 43' Milinkovic, al 61' Di Francesco, all'80' Missiroli tutti per gioco falloso. Angoli 5-2. Recuperi: 2' p.t., 0' s.t.

Spettatori: 38.000 circa, incasso non comunicato.

? La Gazzetta dello Sport titola: "Lazio e Ciro implacabili. Cinque gol alla Spal e grande spettacolo. Adesso Inzaghi crede nello scudetto. Vittoria facile: doppiette di Immobile e Caicedo e rete di Adekanye. Champions blindata, ma se batte il Verona nel recupero di mercoledì va a soli due punti dalla Juve".

Continua la "rosea": Giroud? No, grazie. Bastano, e avanzano, Cirù (Immobile), Caicedo e, udite udite, anche quell’Adekanye che non aveva mai segnato da quando è in Italia. La Lazio, sedotta e abbandonata dal centravanti della Francia campione del mondo (rimasto al Chelsea nonostante il pressing last minute di Lotito e Tare), va avanti come se niente fosse e conferma di avere un attacco che non ha alcun bisogno di ulteriori apporti. Giroud può attendere, insomma. I gol per la Champions (il margine sul quinto posto è ora di dieci punti, con una partita in meno) e, chissà, forse anche per qualcosa di più grande arrivano comunque e dovunque. Una formalità. Altri cinque contro la Spal, quattro già nel primo tempo, per una partita che non è mai in discussione e scaccia in fretta sia i timori di una lieve flessione in atto (i biancocelesti erano reduci dal k.o. di Napoli in Coppa Italia e dal pari sofferto nel derby) sia i fantasmi di un avversario, la Spal, che era risultato amaramente indigesto alla banda di Inzaghi sia sul finire della scorsa stagione sia all'inizio di questa. Stavolta, invece, la sfida con gli emiliani è poco più di una formalità, una pratica che la squadra di casa chiude già alla mezzora con il capolavoro di Immobile, il terzo della giornata e il secondo del capocannoniere del campionato.

Una prodezza che fa da copertina non solo alla giornata, ma all’intera annata dell’attaccante napoletano. Che, lanciato in profondità da Lazzari, supera Bonifazi con un tunnel, dribbla anche Berisha, ma si allarga un po’, consentendo al portiere spallino di rialzarsi ed ostacolarlo. A questo punto Ciro "scherza" l’estremo difensore con finte e controfinte per poi inventare un pallonetto che beffa tutti. L’1-0, sempre di Immobile, arriva dopo appena 3 minuti, grazie a una spizzata di Lulic che trova il numero 17 solo sul secondo palo. Il suo partner d’attacco non è da meno. È infatti doppietta pure per Caicedo, che ribadisce in rete il tiro di Lazzari finito sul palo per il 2-0 e poi timbra il 4-0 grazie ad un assist dello stesso Ciro. Ad armi (im)pari. Nella ripresa ci sarà gloria anche per il quarto attaccante di Inzaghi, il giovane Adekanye. Che rileva Caicedo e trova il primo gol in biancoceleste grazie al cioccolatino servitogli da Lazzari. Rete che arriva a partita ormai ampiamente finita, così come quello della bandiera della Spal, realizzato da Missiroli dopo una pregevole serpentina. Match mai in discussione perché la Spal commette l’errore di volerlo affrontare ad armi pari e finisce così per soccombere. Il 3-5-2 di Semplici naufraga di fronte al modulo speculare di Inzaghi perché la sfida si trasforma in tanti duelli "uno contro uno" nei quali emerge tutta la differenza di valori tra le due formazioni.

Il resto lo fanno le assenze pesanti che l’allenatore della Spal deve fronteggiare (Petagna e Valoti squalificati, Fares, D’Alessandro e il nuovo arrivato Cerri indisponibili). Anche Inzaghi non è al completo (mancano Correa, Luiz Felipe, Cataldi e Patric), ma le alternative sono più che sufficienti per colmare le lacune. Come un’orchestra. La Lazio gioca a memoria, alterna le imbucate centrali (nascono così il secondo, il terzo e il quarto gol) allo sfruttamento chirurgico delle fasce (come per il quinto gol). Ma è abile a capitalizzare pure le palle inattive (dopo quello di Acerbi nel derby, anche il primo gol contro la Spal nasce dagli sviluppi di un calcio d’angolo). Una squadra matura e completa che quando può permettersi di giocare sul velluto, come succede contro la Spal, diverte e ruba la scena. Grazie soprattutto ai ricami di Luis Alberto e Milinkovic, la coppia di centrocampisti che fa tutta la differenza del mondo. Una squadra che, legittimamente, autorizza i sogni più arditi. Specie, poi, se mercoledì dovesse sfruttare a pieno il recupero col Verona, che potrebbe portarla a due soli punti dalla capolista Juve. Nel frattempo Inzaghi si gode numeri da record. È arrivata a 16 la striscia di partite utili consecutive in campionato (ne manca solo una per eguagliare il record storico di Eriksson, nel 98-99).

Sempre 16 le gare di fila in cui i biancocelesti vanno a segno (solo nel ‘93 fecero una striscia più lunga). Quello con la Spal, inoltre, è stato il settimo successo interno consecutivo, appena uno in meno della striscia-record di Maestrelli nell’anno dello scudetto. Semplici confermato. Molto meno confortanti i numeri della Spal. A cominciare dalla distanza dalla zona salvezza che, complice la vittoria del Lecce, è ora quattro punti più su. Le ultime trasferte (successi con Torino e Atalanta, k.o. pieno di rimpianti a Firenze) avevano alimentato una certa fiducia che il match dell’Olimpico ha subito spento. E così torna in discussione pure la posizione di Semplici. La società sembra fermamente intenzionata ad andare avanti col tecnico del ritorno in A e delle due salvezze consecutive, ma in serata circolavano i nomi di Ballardini, Prandelli e Di Biagio come possibili sostituti. Con o senza Semplici, per la Spal sarà comunque fondamentale ritrovare quella voglia di lottare su ogni pallone della quale, contro la Lazio, si sono perse le tracce.

? Il Corriere dello Sport titola: "La Lazio riparte a tutto Immobile. Due reti di Ciro, salito a quota 25, e due di [[Caicedo]. Segna anche Adekanye. Spal travolta in 38 minuti. Biancocelesti irresistibili: mercoledì il recupero può valere il secondo posto".

Prosegue il quotidiano sportivo romano: Altro che Giroud. Canta l’Olimpico sulle note di Lucio Battisti per festeggiare un’altra "manita", buona per blindare la Champions e continuare a sognare lo scudetto, inneggiando a Bobby-gol, il quasi esordiente. Si chiama Adekanye, tra pochi giorni compirà vent’anni, è l’attaccante di scorta della Lazio. Come in un disegno divino, nessuno lo aveva ancora visto o quasi: il nigeriano con passaporto olandese, vent’anni tra pochi giorni, è entrato all’inizio della ripresa e ha partecipato alla festa, chiudendo il conto. Cinque gol alla Spal realizzati da tre punte e senza Correa, il cui infortunio aveva fatto scattare gli allarmi e agitato i pensieri di Inzaghi. Il fantasma del campione del mondo francese, inseguito da Lotito e bloccato dal Chelsea quando era a un passo dal trasferimento a Formello, deve aver incattivito Immobile e Caicedo, a cui di sicuro non avrebbe fatto piacere fosse rubata la scena e lo spazio. Un’altra doppietta per Ciro e la prima stagionale per il Panterone, quasi sacrificato nel ruolo di riserva. Figuriamoci come sarebbe stato doloroso gestirne le esclusioni se fosse arrivato Giroud, a cui erano state date garanzie di impiego. Neppure a parlarne di Immobile, un intoccabile a cui non bisogna togliere i riflettori. Non si stanca mai di correre e di segnare. Sono finiti gli aggettivi e gli elogi per il centravanti azzurro, salito a quota 25 gol dall’inizio del campionato, in piena corsa per la Scarpa d’Oro e per inseguire il record di Higuain.

Alla collezione ha aggiunto un guizzo da opportunista appostandosi sulla solita mattonella (vicino al secondo palo) e una prodezza da autentico fuoriclasse, a capo di un contropiede concluso con un tiro dalla linea laterale dell’area e dopo aver portato a spasso Berisha. In bilico. Per la Spal, che fuori casa aveva sorpreso Atalanta e Torino, è un tonfo pesantissimo. Di Biagio e altri tecnici dietro l’angolo. Ore di riflessione per i dirigenti estensi. Semplici, a un passo dall’esonero, dovrebbe aver guadagnato altro tempo. L’ultimo posto in classifica e la condotta audace dell’Olimpico rischiavano di essergli fatali nonostante il lavoro degli ultimi anni e il mercato appena concluso. Non si poteva consegnare alla Lazio giocando d’attesa, ma ha finito per votarsi al massacro con una condotta audace. Dopo mezz’ora era già sotto di tre gol, all’intervallo e sul 4-0 la partita era chiusa. Se ne prendi tre su cinque in contropiede, lasciando il campo aperto agli scattisti di Inzaghi, è un atto di presunzione. La Spal neppure lontanamente possedeva l’ardore di una squadra in lotta per la salvezza. E’ partita all’assalto, pensando di sorprendere la Lazio, ma ci ha rimesso le penne.

Cattiveria. La squadra di Inzaghi sa giocare di rimessa, sa dominare nel palleggio o allargare sulle fasce. Micidiali le verticalizzazioni. Un merito grande: rendere facile una partita che rischiava di non esserlo. Dopo tre minuti Immobile aveva già sbloccato, sfuggendo alla marcatura di Bonifazi e correggendo l’angolo di Luis Alberto spizzato di testa da Lulic. Lazzari, imprendibile, ha castigato i suoi vecchi amici in velocità. Palo timbrato in diagonale per il raddoppio di Caicedo e contropiede da applausi per lanciare Ciro verso la gemma della domenica. Castro ha sprecato e il palo ha respinto Di Francesco prima che Immobile servisse l’assist per il 4-0 di Caicedo a capo di una combinazione in cui erano entrati Milinkovic e lo stesso ecuadoriano. Leiva sugli scudi come il serbo. Il gol di Missiroli ha salvato appena l’onore dopo la festa di Adekanye. Inzaghi poi ha gestito forze e risparmiato energie, togliendo Caicedo, Lulic e Radu. Mercoledì c’è il recupero con il Verona: +10 su Atalanta e Roma, l’occasione buona per scavalcare l’Inter e avvicinarsi alla Juve. Un sogno.

? Il Messaggero titola: .

Prosegue il quotidiano romano:

? Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:

Se potesse firmare oggi per il secondo posto, Inzaghi tirerebbe indietro la mano. E visto come gioca la sua Lazio, non c'è nemmeno da dargli torto: "La firma la metto per vedere partite come questa. Mancano ancora 17 incontri alla fine, sono tantissimi. Preferisco vivere alla giornata, come ho sempre fatto in questi 4 anni meravigliosi, uno meglio dell'altro". Anche la classifica adesso impone di guardare più verso l'alto che al basso, il tecnico biancoceleste però vuole che i suoi ragazzi tengano i piedi ben saldi per terra: "Dobbiamo essere lucidi e razionali, ascoltando poco quello che si dice fuori. Guardare la nostra posizione, cercare di migliorarci sempre e pensare partita dopo partita. Poi dobbiamo stare attenti a tutto ciò che succede davanti e dietro, fermo restando che il focus principale debba essere su noi stessi. Andando avanti così ci toglieremo tante soddisfazioni". Vuole proseguire come sempre, pensando solo alla gara successiva. Quella con la Spal l'ha chiusa già nel primo tempo, non voleva rischiare sgradite sorprese avvenute negli ultimi incroci con i ferraresi: "Abbiamo fatto sembrare facile una sfida che non lo era. I ragazzi sono stati bravi, hanno approcciato bene. Questa era la cosa importante. Siamo in un ottimo momento, da allenatore è meraviglioso trascorrere queste giornate". Messa da parte anche la delusione per il mancato arrivo di Giroud: "Ci avrebbe fatto comodo, perché con l'infortunio di Correa in questo momento ho meno possibilità di fare rotazioni e devo sperare che stiano sempre tutti in buona salute. Sto chiedendo gli straordinari a questi ragazzi, anche Caicedo ha dovuto stringere i denti per esserci, visto che nell'allenamento della vigilia aveva qualche problemino. Per me è indispensabile, è stata bravissima la società a blindarlo in estate. Un innesto in attacco ci avrebbe aiutato, ma non avrebbe tolto spazio a lui, Immobile e Correa: loro tre rimangono intoccabili per quello che hanno fatto in questi anni, sono stati straordinari. E poi ho Adekanye, che si sta inserendo e ha ampi margini di crescita. Sono felice per il suo gol". E ora la testa va al Verona: "Non sarà facile, è un avversario forte e in fiducia. Dovremo essere bravi, ma quello che è più importante è recuperare le forze e magari ritrovare qualche infortunato".

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