Away league match played on 13 May 2017.
Kicked off at 6:00 PM

13 maggio 2017 - Firenze, Stadio Artemio Franchi - Campionato di Serie A, XXXVI giornata - inizio ore 18.00

FIORENTINA: Tatarusanu, Tomovic, De Maio, Astori, Chiesa (65' Tello), Vecino, Borja Valero, Olivera (65' Sanchez), Cristoforo (65' Kalinic), Bernardeschi, Babacar. A disposizione: Sportiello, Dragowski, Maistro, Salcedo, Saponara, Hagi, Reymao, Ilicic, Mlakar. Allenatore: Paulo Sosa.

LAZIO: Strakosha, Bastos, Hoedt, Radu, Patric, Parolo, Murgia, Lukaku (49' Lombardi), Luis Alberto, Keita (71' Felipe Anderson), Djordjevic (71' Immobile). A disposizione: Adamonis, Vargic, Basta, Wallace, Crecco, Biglia, Lulic. Allenatore: S. Inzaghi.

Arbitro: Sig. Celi (Bari) - Assistenti Sigg. Fiorito e Valeriani - Quarto uomo Sig. Posado - Assistenti d'area Sigg. Rizzoli e Di Paolo.

Marcatori: 55' Keita, 67' Babacar, 73' Kalinic, 76' Lombardi (aut), 81' Murgia.

Note: ammonito al 26’ Parolo, al 27’ Astori, al 64' Radu, al 94' Hoedt tutti per gioco falloso, al 91' Borja Valero per comportamento non regolamentare. Angoli 6-4. Recuperi: 0' p.t., 5' s.t.

Spettatori: paganti 5.616 per un incasso di Euro 123.939, abbonati 20.154 per una quota di Euro 308.120.

La Gazzetta dello Sport titola: "Euro-profumo Fiorentina. Scossa Kalinic, Lazio stop. L’ingresso del croato scuote i viola: suo il gol del sorpasso, dopo Keita-Babacar. Il Milan è a un punto, il 6° posto non è un miraggio".

Continua la "rosea": Ora ci deve credere. La Fiorentina batte la Lazio e si porta a ­1 dal Milan. In attesa del risultato di oggi dell’Inter, la terza squadra che insegue l’ultimo posto buono per le Coppe. Ancora una volta la formazione di Sousa fa la sua bella figura con le grandi protagoniste del campionato. Ha battuto una volta la Juve, la Roma e l’Inter, ha pareggiato due volte con la sorprendente Atalanta e una volta col Napoli. Se la Viola non andrà in Europa non sarà solo colpa di un mercato in autogestione e di una rosa che non è stata potenziata. Ma di tanti, troppi punti persi per strada contro il quintetto che occupa le ultime posizioni della classifica. Questione di stimoli. Di mentalità. Di approccio. E anche di scelte tecniche. I viola partono male anche contro la Lazio. E se è normale, anzi giusto, che Inzaghi presenti al fischio d’inizio soli tre titolari pensando alla finale di Coppa Italia di mercoledì con la Juve, come spiegare la bocciatura di Kalinic, Tello, Sanchez e anche di Ilicic e Saponara? Sousa, ancora una volta sempre seduto in panchina perché amareggiato dalle critiche dei tifosi, è sempre meno convincente nel suo undici iniziale. In versione alternativa la Lazio domina il primo tempo (mangiandosi un gol con Djordjevic) e sblocca il risultato al 10’ della ripresa con il solito Keita bravo a infilare la difesa viola, a raccogliere una verticalizzazione di Luis Alberto e a battere un incerto Tatarusanu. Per l’attaccante è il 15° gol in campionato, il 7° centro nelle ultime quattro gare.

Passato in svantaggio Sousa decide finalmente di rimettere ordine in una squadra senza capo né coda. Entrano Kalinic, Tello e Sanchez. La Fiorentina passa a un 3­-5­-2 con Bernardeschi e Tello larghi, Borja Valero che si alza di qualche metro e due attaccanti veri. E mentre in curva Fiesole si fa sempre più dura la contestazione contro i Della Valle, il tecnico e i giocatori (con fischi dagli altri settori dello stadio) la squadra viola capovolge la partita. Segna Babacar di testa (cross di Vecino), poi Kalinic che sfrutta un rimpallo favorevole e infine è Lombardi a realizzare una clamorosa autorete dopo una conclusione di Kalinic respinta dal palo. Anche Inzaghi mette dentro i pezzi da novanta: Immobile e Felipe Anderson. Ma è tardi per riprendere una gara ormai scappata via. Tra l’altro la Lazio, obbligata a sostituire Lukaku per infortunio a inizio ripresa, finisce in dieci per una botta che obbliga Parolo a sedersi in panchina. Anche in inferiorità numerica, gli ospiti riescono comunque a realizzare il gol del definitivo 3­-2 con un colpo di testa dell’interessante Murgia. Per la squadra di Inzaghi è una sconfitta che non lascia traccia in classifica, anche se i biancocelesti non perdevano in trasferta dal 22 gennaio scorso. L’Europa League è già in cassaforte e senza passare dai preliminari. E la trasferta di Firenze regala in ogni caso il record assoluto di gol in Serie A con 72 centri. Uno in più della Lazio gestione Pioli. Già, il futuro allenatore della Fiorentina. Finisce con altri cori polemici da parte dei tifosi della curva. Il pianeta viola non riesce a trovare pace. Neppure dopo una vittoria che riaccende i sogni europei. Strana storia.

Il Corriere dello Sport titola: "La Lazio 2 in fuga, ma c’è Kalinic. Keita firma l’1-0 dopo 55’. Entra il bomber croato e la Fiorentina ne fa tre in nove minuti!.

Prosegue il quotidiano sportivo romano: E’ cambiato tutto con Kalinic, a dimostrazione del fatto che i giocatori veri devono stare in campo, non in panchina. E se questa è una banalità, parlatene a Sousa. La Fiorentina ha vinto, ribaltando la partita, con il suo cannoniere, un gol e un palo che ha portato all’autorete di Lombardi. Ma bastava vederlo in area, bastava seguirne i movimenti, annotarne la rabbia, la determinazione, per capire che ce ne sono pochi di attaccanti come lui. Ha segnato anche Babacar, ma solo quando avrà la cattiveria di Kalinic potremo dire che la Fiorentina ha trovato nel senegalese il centravanti del futuro. Se Sousa ha indovinato tutti i cambi (e te credo: i migliori erano in panchina...), Inzaghi ha fatto delle sostituzioni che, in prospettiva finale di Coppa Italia, non sono state di chiara lettura. Sull’1-1 ha messo sia Immobile che Felipe Anderson, probabilmente per dare ai due un po’ di ritmo in vista della Juve, ma ha tenuto dentro Parolo che poi al 32’ ha lasciato il campo e la squadra in 10: uscita precauzionale, ma dopo aver perso Lukaku per infortunio era meglio pensarci prima. Detto questo, siccome Inzaghi ha dimostrato in questa stagione di conoscere alla perfezione tutto il suo organico, è meglio non insistere su eventuali errori. Ne potremo riparlare solo dopo la Juve.

Per quasi 70 minuti la Lazio ha fatto la partita (o meglio, l’allenamento) che doveva fare, la Fiorentina no. La Fiorentina stava giocando una delle sue partite più insulse, morbide, anonime, senza voglia, senza tensione e senza ritmo. Non c’entravano solo le scelte di Paulo Sousa (scelte che il tecnico per sua fortuna correggerà in tempo), ma l’atteggiamento della squadra intera e quindi anche del suo allenatore. Che ha lasciato Kalinic, Sanchez, Saponara e Ilicic in panchina. In effetti, che bisogno ha la Fiorentina di qualità, è così piena di spunti, di idee, di spettacolo... Inzaghi ha pensato solo alla Coppa Italia e ha lasciato fuori 8 probabili o sicuri titolari di mercoledì: de Vrij, Wallace, Basta, Milinkovic, Lulic, Felipe Anderson, Biglia e Immobile, alcuni in panchina, altri rimasti a Formello. Giusto così, la Lazio è già ai gironi di Europa League, meglio verificare altre soluzioni, come quella di Luis Alberto, la mezz’ala più avanzata, e del giovane Murgia nel ruolo di regista. Tutt’e due hanno risposto bene, con buona partecipazione, lo spagnolo con due assist, il ragazzino con un bel gol di testa e una buona regia nel primo tempo. Anche Lukaku garantiva la spinta giusta a sinistra, dove attaccava Chiesa e Tomovic avendo spesso la meglio. Il suo infortunio toglie a Inzaghi un’ottima alternativa nella finale di Coppa.

Accanto a Djordjevic ha giocato Keita che, avendo annusato la possibilità di stare fuori contro la Juve (se era titolare a Firenze...), ha limitato per tutto il primo tempo i suoi scatti, davanti a una difesa che non sarebbe stata in grado di frenarlo, come si è visto chiaramente nell’unico spunto del senegalese, quello dell’1-0. In quella circostanza è stato Parolo a soffiare la palla a Cristoforo, Bastos a far partire il contropiede, Luis Alberto a rifinirlo per Keita. Dopo 7 minuti, Sousa ha fatto come il giocatore di poker che non ha niente in mano, ha cambiato tre carte, dentro tutti insieme Sanchez, Tello e Kalinic, la squadra si è schierata col 3-4-1-2, con Bernardeschi e Tello esterni, con Borja Valero dietro alla coppia di centravanti Kalinic-Babacar. Ha pareggiato Baba di testa su cross di Vecino, ha segnato Kalinic con un tap-in dopo una respinta di Strakosha su tiro di Tello, ha fatto autorete Lombardi dopo il palo di Kalinic e ha chiuso Murgia sul 3-2 con un colpo di testa su cross di Luis Alberto. La Fiorentina ha segnato 3 gol in 9 minuti, ne erano passati 11 di minuti contando il momento dell’ingresso di quei tre. Con o senza Kalinic, la differenza si è vista anche ieri.

Il Messaggero titola: "Lazio, la Coppa in testa. I biancocelesti pensano troppo alla finale con la Juve, beccano tre gol e vengono battuti dalla Fiorentina. La squadra va in vantaggio con Keita poi si addormenta. Lukaku e Parolo ko: Inzaghi costretto a chiudere in 10".

Prosegue il quotidiano romano: La verità è che la Lazio ha in testa la Coppa Italia. Come dare torto ai ragazzi di Inzaghi, già in Europa dalla porta principale e con un quarto posto praticamente blindato? Il tecnico fa turnover, i biancocelesti ci provano, ma i pensieri sono tutti a mercoledì e così dopo il vantaggio di Keita si addormentano facendosi rimontare dai viola. La Fiorentina vince per 3-2, placando la contestazione dei suoi tifosi che ora sperano in un miracolo europeo. La Lazio, invece, esce con i cerotti dal Franchi: per Lukaku si teme lo stiramento e per Parolo, che abbandona prima il campo e lasciando i suoi in dieci, c’è un problema tendineo. Un’uscita precauzionale. Ironia della sorte è proprio la rete di Keita a riaccendere l’orgoglio di Sousa e dei suoi ragazzi. Il monello Keita è il protagonista delle scorribande dei ragazzi di Inzaghi. Suo il gol del vantaggio biancoceleste, rete numero 15, la settima in 4 gare. Roba da stropicciarsi gli occhi. Qualche giocata, la Lazio ci prova di più dei viola, ma a rubare le attenzioni sono decisamente le due tifoserie. Contesta quella di casa, furiosa con Della Valle. O meglio, la Fiesole lo vorrebbe "licenziare", il resto dello stadio però non sembra gradire. D’amore e d’accordo, invece, quella laziale con il suo di presidente. Luis Alberto, l’oggetto misterioso del mercato, inscena il suo personale show fatto di dribbling, finte e tiri che preoccupano e non poco Tatarusanu. Lo spagnolo confeziona anche i due assist per i gol di Keita e di Murgia.

Il giovane playmaker biancoceleste, schierato in cabina di regia al posto di Biglia, ha libertà di pensare e di impostare l’azione mettendo in mostra le sue qualità di calcio. Forse tocca leggermente troppe poche volte il pallone, ma è giovane e anche lui si farà. Secondo gol stagionale, sempre di testa: "Penso prima alla prestazione della squadra che ai miei gol. Siamo un grande gruppo. Peccato per la sconfitta. Ora testa alla Coppa, rispettiamo la Juventus ma non abbiamo paura di loro. Se avrò chance di giocare? Magari, sarebbe un sogno". Applausi per Luis Alberto che ruba la scena al Franchi dimostrando di essere giocatore: "Stavo bene, mi piace fare la mezzala. Devo ringraziare i miei compagni che mi hanno aiutato molto, rendendo tutto più facile". L’ennesima conferma, se ancora ce ne fosse bisogno, che Inzaghi è stato bravo a creare un gruppo solido. Il primo tempo si chiude senza gol e con qualche sbadiglio di troppo. Diversamente, la ripresa si apre malissimo per Inzaghi che deve subito sostituire Lukaku, che accusa un problema al quadricipite della gamba destra. La situazione appare subito seria, visto che il gesto che fa il belga, mimando lo stiramento, è inequivocabile. Poi, quando ormai la partita si avvia alla conclusione, Parolo si isola dal gioco ed esce dal campo. Il suo sguardo e quello di Inzaghi, in quel momento, dicono tutto. Le parole del tecnico lasciano qualche speranza solo per il secondo: "Per Jordan non ci sono chance, Marco, invece, ha subito una botta al ginocchio riportando un problema tendineo faremo gli esami e cercheremo di metterlo in campo mercoledì".

Sousa, molto contestato dai suoi tifosi, si sconfessa e fa tre cambi insieme: risulteranno decisivi. La Viola ribalta la gara e così i giudizi dei suoi tifosi, che passano dai fischi agli applausi. La Lazio ha la colpa di aver staccato troppo presto la spina. Ha controllato per quasi tutta la gara la Fiorentina, mandandola anche al tappeto con il sinistro di Keita, poi però si è fermata come sottolinea lo stesso Inzaghi: "Mi spiace aver perso. Per 65 minuti abbiamo fatto un’ottima prestazione poi c’è stato il black out. Non meritavamo la sconfitta ma va detto che ogni volta che abbiamo un calo di tensione prendiamo gol evitabilissimi". Infine una battuta sul suo futuro: "Spero di restare qui per tanti anni. Sono un tifoso della Lazio e mi auguro che sia così". Mercoledì, intanto potrebbe mettere la firma su una pagina di storia biancoceleste.

Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:

Non è l’annuncio del nuovo contratto di Inzaghi, ci vuole ancora del tempo per darlo alle stampe. E’ la posizione della società, una posizione scontata, ma che il diesse Tare ha voluto rafforzare prima del match di Firenze: "Possiamo dire che Simone Inzaghi sarà a lungo l’allenatore della Lazio. La durata? Ancora non la so...". Tare non sa per quanti anni la panchina biancoceleste sarà occupata da Inzaghi, questo si capirà appena i nuovi accordi saranno ufficializzati. Il diesse si augura che il matrimonio prosegua il più possibile. La Lazio vuole aprire un ciclo con Inzaghi, anzi è certa di averlo aperto. C’è stato un primo incontro con l’allenatore, è avvenuto alla vigilia di Lazio-Samp, ne servirà almeno un altro (o forse qualcuno in più) per raggiungere innanzitutto l’intesa economica. L’appuntamento è fissato dopo la finale di mercoledì. Il contratto di Simone, con la conquista dell’Europa, si è allungato automaticamente di due stagioni. C’è da trattare sull’ingaggio, va trovato un punto d’incontro. C’è da valutare la durata. Tare, prima della gara del Franchi, ha avuto anche il tempo di confermare Luis Alberto per il prossimo anno: "Lui mezzala? E’ uno dei ruoli che può ricoprire. Secondo me è un profilo di altissimo livello, ha faticato ad accettare la nostra realtà. Ai suoi agenti ho fatto capire che prima di pensare a una cessione deve dimostrare qualcosa nella Lazio". Tare ieri è stato accontentato.

La Lazio considera blindato Inzaghi e Simone s’è accodato all’augurio di restare a lungo, questo non toglie che le parti dovranno continuare a trattare certi aspetti del nuovo accordo: "Abbiamo centrato l’Europa League - ha detto il tecnico - e mercoledì c’è la Juventus. Dopo ci incontreremo con Lotito, non ha avuto molto tempo, è normale. Spero di restare qui tanti anni. Sono un tifoso della Lazio, mi auguro sia così! Ora pensiamo alla finale, ce la siamo meritata e cercheremo di giocarla nel migliore dei modi". I gol di Keita e Murgia hanno fatto salire a 72 le reti realizzate dalla Lazio in campionato, è stato superato il record centrato nel primo anno di Pioli (2014-15), è l’unico primato raggiunto ieri tra quelli raggiungibili: "C’è soddisfazione per questo primato, ci tenevamo a superare anche il record di vittorie esterne, abbiamo ancora la sfida di Crotone per farcela. Mi dispiace però di aver perso a Firenze, appena c’è un calo di tensione prendiamo gol evitabili. Per 65 minuti abbiamo fatto un’ottima prestazione poi c’è stato un black-out e siamo andati incontro alla sconfitta. Questo stop non incide sulla classifica, ma vogliamo arrivare comunque quarti". Gli infortuni di Lukaku e Parolo hanno guastato la vigilia di Coppa Italia: "Sono cose che non dovrebbero capitare, purtroppo capitano. Hanno avuto qualche problemino, dovremo valutarli. Speriamo di recuperare almeno Parolo". Inzaghi, visibilmente seccato per via degli infortuni, non ha digerito bene neppure la sconfitta. S’è complicato tutto all’improvviso: "A volte molliamo la presa e questo non deve succedere. L’infortunio di Lukaku ci ha penalizzato, stava facendo bene. Abbiamo preso due gol in modo fortuito e ci siamo deconcentrati". E’ Keita a far sorridere Simone: "E’ un valore aggiunto, sta facendo bene, ma hanno fatto altrettanto bene Djordjevic e Luis Alberto. Ho avuto risposte buone da molti ragazzi, mercoledì avremo una partita importantissima. La finale ce la siamo conquistata sul campo e cercheremo di onorarla".

Mica male questo ragazzo. Palleggia con sicurezza, non sbanda davanti alla difesa, anche se in Primavera era una mezz’ala offensiva, e quest’anno Inzaghi lo ha impostato come alternativa a Biglia. Alessandro Murgia ha firmato il suo secondo gol in serie A con la Lazio. Bellissimo l’inserimento, ancora di più il colpo di testa a scavalcare Tatarusanu. Ma c’è stato tanto altro dentro la sua partita e forse si è aperto anche uno spiraglio per la finale di Coppa Italia se dovesse mancare Parolo. "Giocare sarebbe un sogno, ma il mister farà sue le scelte e chiunque entrerà in campo darà il massimo. Volevamo vincere al Franchi, ma ora si guarda avanti perché mercoledì c'è la finale di Coppa Italia. C'è rispetto assoluto per la Juve, non abbiamo paura. E’ stata una grandissima stagione, proveremo a chiuderla al meglio". La Lazio al sessantacinquesimo si è fermata. Forse il pensiero era alla Juve. "Abbiamo fatto una buona ora di gioco, poi ci siamo abbassati troppo e schiacciati, soffrendo le loro giocate. L’uscita di Parolo si è fatta sentire". Il gol di Alessandro Murgia ha permesso alla Lazio di rimettere in discussione il risultato nel finale.

"In una squadra di livello è importante farsi trovare pronti. Il gol di testa? E’ sempre bello segnare con questa maglia. Avendo avuto la fortuna di giocare mezz’ala ho queste caratteristiche, riesco a inserirmi: Luis Alberto mi ha servito un grande assist, sono riuscito a prendere in controtempo il portiere e ho colpito. Sono contento, anche se avrei preferito portare a casa i tre punti". Murgia dà la sensazione di essere più a suo agio da interno di un centrocampo a tre. Inzaghi lo sta allenando da playmaker. "Giocando davanti alla difesa bisogna fare filtro per aiutare i difensori a riconquistare la palla. E’ importante per la squadra e sono migliorato grazie all’esempio dei miei compagni. Cerco di rubare con gli occhi. E’ stata una stagione fantastica e deve ancora finire. Ho sempre cercato di stare sul pezzo. Sono soddisfatto, ringrazio il mister, la società e i miei compagni. Dobbiamo continuare così". Chiudere vincendo la Coppa Italia sarebbe ancora più bello. Un sogno.

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